La vestizione e i riti della Settimana Santa a Corleone





FELICE PALMERI, 1C.


La vestizione alla confraternita Maria SS. Addolorata è diversa tra maschi e femmine perché le femmine che vogliono entrare a far parte di questa confraternita e non hanno sedici anni non diventano terziarie, ma Figlie di Maria. Quando compiono sedici anni fanno il corso e diventano terziarie. Invece i maschi anche se non hanno sedici anni diventano subito abitini.


I riti della Settimana Santa a Corleone. Il Giovedì Santo nelle chiese vengono celebrate delle funzioni durante le quali si mette Gesù nel Tabernacolo e si dicono delle preghiere e poi le confraternite vanno in sette chiese dove sono allestiti i sacramenti. Le chiese sono sempre le stesse e sono: chiesa Maria SS. Addolorata, chiesa Madre, chiesa di Santa Rosalia, di Santa Elena, di Santa Maria, chiesa Madonna delle Grazie, Sant’Agostino. Si visitano con le confraternite e anche con la propria famiglia o con gli amici.


La mattina alle undici del Venerdì Santo, in Chiesa Madre si svolgono le funzioni. Quando finiscono si va all’Ospedale dei Bianchi. Qui i preti e i monaci prendono Gesù con il lenzuolo e con un corteo si sale al Calvario per la crocifissione. Il padre decano, don Vincenzo Pizzitola, fa la predica e poi le persone vanno a casa. Di pomeriggio dopo aver finito le funzioni le altre chiese vanno in corteo a trovare Gesù al Calvario.


Verso le otto i fratelli salgono al Calvario e tolgono Gesù dalla croce e lo lasciano nella chiesa di San Nicola. Prendono il Cristo dentro la bara portandolo in processione la sera. La Madonna Addolorata sfila dietro Gesù. Nel corteo prima si mettono i fratelli, dopo Gesù, la banda, poi le terziarie e gli abitini e dopo la Madonna. Chiudono la processione un'altra banda e tutti i fedeli. La Madonna viene portata in spalla da 18 abitini, 9 davanti e 9 dietro. La processione attraversa tutta Corleone. 


La sera di Pasqua c’è l’Incoronazione della Madonna Addolorata. Prima del covid, dividevano i fiori e facevano scoppiare i fuochi d’artificio. 

 

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